William Golding (1911-1993), premio Nobel per la letteratura nel 1983, è ancora oggi ricordato quasi esclusivamente per il romanzo d’esordio, Il Signore delle M osche, l’indiscusso capolavoro che, oltre a garantire fama e notorietà al suo au tore, ha segnato indelebilmente quella generazione che, a fatica, stava cercando di rimettere insieme i cocci dell’Europa dopo le devastazioni della Seconda gue rra mondiale. L’accusa lanciata dallo scrittore inglese contro l’ingenuo ottimis mo moderno si sostanzia in una drammatica riflessione circa la natura irrimediab ilmente malvagia dell’uomo. Da questa pessimistica costatazione prende le mosse una poetica graffiante e contraddittoria che, romanzo dopo romanzo, trova la via per approdare a un’insperata ipotesi di redenzione universale.